Tra le parole del Papa Francesco, pronunciate durante la Veglia Pasquale 2020, troviamo un importante invito rivolto a tutti noi per essere “annunciatori di vita in tempo di morte”.
“Stanotte conquistiamo un diritto fondamentale, che non ci sarà tolto: il diritto alla speranza. È una speranza nuova, viva, che viene da Dio. […] È un dono del Cielo, che non potevamo procurarci da soli. […] La speranza di Gesù è diversa. Immette nel cuore la certezza che Dio sa volgere tutto al bene, perché persino dalla tomba fa uscire la vita”.
Il papa conclude: “Ecco l’annuncio pasquale, annuncio di speranza. Esso contiene una seconda parte, l’invio. «Andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea» dice Gesù (Mt 28,10). «Vi precede in Galilea» dice l’angelo (v. 7). Il Signore ci precede, ci precede sempre. È bello sapere che cammina davanti a noi, che ha visitato la nostra vita e la nostra morte per precederci in Galilea, nel luogo, cioè, che per Lui e per i suoi discepoli richiamava la vita quotidiana, la famiglia, il lavoro. Gesù desidera che portiamo la speranza lì, nella vita di ogni giorno. Ma la Galilea per i discepoli era pure il luogo dei ricordi, soprattutto della prima chiamata. […] Ognuno di noi ha la propria Galilea. Abbiamo bisogno di riprendere il cammino, ricordandoci che nasciamo e rinasciamo da una chiamata gratuita d’amore, là, nella nostra Galilea. Questo è il punto da cui ripartire sempre, soprattutto nelle crisi, nei tempi di prova. Nella memoria della nostra Galilea”.
Nel nostro pellegrinaggio di vita è il Signore Gesù Risorto l’unica speranza per affrontare con coraggio tutte le nostre paure, debolezze, bisogni, inclusa la paura del Coronavirus.
Cfr. l'omelia intera del Papa Francesco: www.vatican